Il Crescenza: sa di poco e scade in fretta
L’uomo crescenza si presenta per quello che è: moscietto, palliduccio e con poca, anzi pocherrima verve.
Parla poco (non ha molto da dire, o non sa come dirlo), è educato, carino, di norma piuttosto aitante ma nel complesso sexy come un pacchetto di cracker. Di quelli iposodici.
Arriva a voi spesso per interposta persona, tipo può essere l’amico di una collega, o il compagno di merende di un vostro amico. Dal piacere paolo (o filippo o gian matteo) in avanti, lo incontrate a ogni ritrovo sociale, rigorosamente piazzato vicino a voi, che siete single.
Vi fa qualche domanda, centellina qualche informazione e poi vi chiede il numero. Il giorno dopo vi scrive per ringraziarvi della “bella serata” e – già che c’è – c’infila un invito a cena.
Voi accettate. Immaginando che sotto quella nebbiolina da abbattitore industriale e sotto quella polo a maniche lunghe e maglioncino a V color cachi, ci sia dell’altro, ci sia di più, magari una spia dell’M6 in incognito, un poeta maledetto o un insospettabile sultano del sesso. E poi, suvvia, non sono mica tutti logorroici a questo mondo, no? … se uno non parla tanto, magari è timido… e comunque, uscire con un bravo ragazzo non vi ucciderà, una volta tanto!
Ci uscite e passate la prima delle quattro/cinque serate con un occhio più chiuso dell’altro. In attesa che si sveli. Che succeda qualcosa. Che vi parli. Vi dica qualcosa di affascinante o vi stampi uno di quei baci che nella vita di una trentenne poi costituiscono precedente.
Ma niente. Nisba. Nada. Non succede una cippa di lippa. Lui mangia. Voi parlate. Lui controlla i vostri bicchieri. Ogni tanto sorride (dev’essere un tic). Voi continuate a parlare e bla bla e blablablà raccontandogli la storia della vostra vita, di quella delle vostre amiche e pure dei vicini di pianerottolo (gli argomenti finiscono prima o poi).
Alle vostre domande lui risponde. Sì. Ma a monosillabi.
– Sei stato sposato?
– Sì.
– … sì e…
– È stato tanto tempo fa.
– M. e perché è finita.
– Bah. Come sempre. Succede, no?
– Ah. E hai figli?
– No.
– No?
– No.
– No, come mai se posso chiedere?
– Mah. Non so. Non sono venuti.
– Ah. Li cercavate quindi (sospiro di sollievo, forse un argomento c’è)
– Beh. Non proprio.
E così via sillabando fino all’arrivo del conto. E quando voi ormai state per salutarlo convinte di non piacergli affatto, lui se ne esce con un “domani sera hai impegni?” e rilancia riempiendovi di dubbi perplessità e nuove rughe d’espressione in fase cristallizzante.
Vi aspettate che si scaldi. Che ci sia un tema che lo smuova. Provate a infilarvi in conversazioni un pelo più deep del solito cv sentimentale e a buttar lì i più disparati argomenti che vi vengono in mente:
– Cosa faresti se vincessi al superenalotto?
– Smetterei di lavorare.
–
– Hai sentito dei ricercatori texani che han fatto nascere una nidiata di topini con i cromosomi di due padri?
– Mmh. No. non mi pare. L’han detto al tiggi?
– Lo sai che in Polonia se apri una qualsiasi attività non paghi le tasse per tipo un decennio (o forse un ventennio, boh.)?
– Davvero?
– Siiii. Tu cambieresti stato per una nuova avventura?
– Non credo. e poi in polonia fa freddo.
Se per amore dell’indagine, decideste di farci un plug & play di controllo, tanto per dargli un’ultima chance, e poi magari, visto l’incipit ne carne ne pesce, doveste essere tanto magnanime da dargli la rivincita dopo un due-tre giorni di metabolizzation, beh. Vi ritrovereste con due durex in meno nell’armadietto del bagno (lui non li aveva. Il maschio crescenza non li compra nemmeno i preservativi, per paura di fare brutta figura. Così vi è toccato usare i vostri) e una crescenza da smaltire alla velocità della luce.
Il maschio crescenza è una crescenza ovunque, tanto fuori quanto dentro al letto. E l’unica sorpresa che possa davvero riservarvi un tipo così sarebbe quella di chiedervi di sposarlo.
L’ANTIDOTO.
Il maschio crescenza si riconosce all’udito, più che al tatto e alla vista.
E tanto quanto buona parte dei TipiDiMaschi nella Wum list, non si cura, ma si lascia scadere nel reparto freschi del supermercato… in attesa che venga raccolto da (una meno dinamica e più rilassata) femmina ricotta.
oh cacchio… Io ho paura di appartenere, per certi versi, a questa categoria. Un po' per timidezza (tanta), un po' per ingenuità, un po' perché una madre iperfemminista mi ha scombussolato l'adolescenza e la sessualità. Io, maschio porco e colpevole perché ci deve per forza essere scritto nel mio patrimonio genetico (“e si chiama 'patrimonio' non a caso, maledetti maschilisti!!!”), devo ripagare il mio peccato originale con il rispetto assoluto per la femmina. Anzi no, per la donna. Che se penso che è femmina già mi vengono i brividi e parlo anche meno di prima.
Mi blocco, non vado avanti. Cerco di essere sincero ma il terrore di mancare di rispetto o di “prendere in giro” è più forte di ogni passione.
E da Toro scatenato, il sortilegio mi trasforma nell'uomo crescenza che non avrei mai voluto essere.
Eccheccazzo…
Non sono d'accordo, Anonimo: non credo affatto che tu sia un uomo-crescenza. Scrivi da simpa, e uno che scrive così non può essere un formaggino a pasta filata di quelli che san di poco e scadono in fretta!
Aggiungerei: ti contattano su FB a scadenze precise per dirti le più atroci banalità e si scusano veramente quando la conversazione non procede. “Sai, queste chat, così fredde… non mi convincono. Hai impeg…?”
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